U na delle espressioni più ficcanti del nostro italiano regionale è “cercarsi le mamme”: indica la risorsa estrema in una polemica, quando dopo aver deprecato l'interlocutore a sazietà si fanno ipotesi sulla madre e sui suoi costumi.

Ne parliamo perché il fondatore del “Frankfurter Rundschau” ha deciso a freddo di cercarci il babbo, insultando Dante (dipinto in pieno Dantedì come un copione e un arrivista) e quindi offendendo a cascata chiunque parli e ami l'italiano. La cosa ha suscitato un po' di prevedibile sdegno, dalla Farnesina in giù, ma a pensarci bene dovrebbe farci piacere, e non solo per il gusto perfido di vedere Di Maio che difende l'italiano. Dopo decenni di fondate ramanzine tedesche su corruzione, mafia e debito pubblico, una critica così sgangherata significa che sui fondamentali forse cominciano a rispettarci, e comunque prima dei ministri italiani a scandalizzarsi saranno i tedeschi umanisti (sono molti, più dei mafiosi italiani). E poi una corbelleria così crea un clima dispettosamente comunitario, caldo, da bancone di bar. Se ci cerchiamo i babbi magari l'Europa non sarà ancora un grande impero democratico, ma non è nemmeno più una creatura algida tutta grafici e burocrazia. Siamo in pieno villaggio globale, insomma, e per una volta lo scemo non siamo noi.

CELESTINO TABASSO
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