D urante i miei ormai lontanissimi studi universitari ricordo con grande piacere un esame di storia del diritto romano in cui col professore approfondimmo la questione del segno del potere nella Roma repubblicana. In quale modo, anche visivo (plasticamente, dicono oggi quelli bravi con un orribile avverbio) consoli e dittatori mostravano di detenere le leve del comando. Come l'uso dei fasci e dei littori, poi tristemente riesumati dalla simbologia fascista. In questi giorni, complici le complicazioni in cui è incappato il vaccino AstraZeneca, abbiamo assistito a una plastica (vabbuò, mi sono arreso alla moda) esibizione del potere. Dunque, in seguito a alcune reazioni avverse gravi, sono stati sospesi un paio di lotti del vaccino anglo-svedese. Illustri esperti, l'Ema (l'agenzia europea del farmaco), l'Aifa (quella italiana) e addirittura l'Oms (l'Organizzazione mondiale della sanità) hanno alzato la voce: non ci sono pericoli, si continui la somministrazione. Fatto sta che lunedì pomeriggio la Merkel, per non saper né leggere né scrivere, ha bloccato il vaccino AstraZeneca in Germania. A ruota l'hanno seguita l'Italia, la Francia, la Spagna e un'altra mezza dozzina di Paesi. Così, tanto per capire chi comanda nell'Europa unita.

IVAN PAONE
© Riproduzione riservata