I l mondo è brutto perché è vario. Quando l'Europarlamento si trova a decidere sull'immunità di Puigdemont, perseguito dai pm spagnoli per aver indetto un referendum sull'indipendenza catalana, chi segue la politica chiude gli occhi e pensa: so già tutto. La Lega - alleata del Psd'Az, che dal 1981 ha l'indipendenza sarda in cima allo statuto - voterà per salvare l'eurodeputato catalano. E il Pd, orgogliosamente liberaldemocratico, non lascerà che un europeo paghi per un reato d'opinione, sennò poi non potrà fare la morale a Orban e agli altri monellacci autoritari. E invece a Strasburgo la Lega lascia libertà di coscienza e il Pd (insieme a FdI) vota per revocare l'immunità, forse per far contenta la Spagna a trazione socialista che nelle stesse ore sadicamente toglie la semilibertà a Oriol Junqueras (un compagno, peraltro). E la cosa più deprimente è che ciò accade senza dibattito tra i Dem, senza un dubbio, senza un cruccio tranne quello, isolato e meritorio, dei senatori Rampi e Rojc. Senza, in definitiva, lasciarsi interpellare dalle questioni ideali sollevate da questo dramma politico e giudiziario, ma restando rintanati a valutare opportunità tattiche e trovatine pop.

Anni fa Renzi ospite di Maria De Filippi parve una birichinata kitsch. Oggi Zingaretti da Barbara D'Urso ha una sua logica.

CELESTINO TABASSO
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