I llusione, dolce chimera sei tu. Troppo bello per essere vero e infatti non lo è: i parlamentari che legano i loro stipendi al salario medio nazionale non sono i nostri, come solo gli ingenui potevano pensare leggendo le prime righe della notizia, bensì i tedeschi. Siamo alle solite: “cca nisciuno è fesso”, col pensiero fisso di fare fessi gli italiani. Per tenerci buoni sbandierano la presentazione di ben (occhio agli sforzi) cinque proposte di legge per ridurre gli stipendi. Di Maio, a riprova della voglia di tagliare e accelerare, il 21 settembre annunciò «di aver richiamato il Parlamento all'unità per dare un segnale a un Paese in ginocchio». Sono passati parecchi mesi ma di volontari neppure l'ombra. C'è chi vorrebbe tagliare le indennità e chi, come Matteo Renzi, lavorare sulle presenze: la punzonatura del cartellino pare assicuri anche la pennichella. Tranquilli, se di mezzo c'è il Matteo ora tutti fanno marameo. Aspettando il taglio l'italica cassa conferma una generosità smisurata rispetto alle altre, non solo europee. Uno studio inglese ha calcolato che il costo dei nostri parlamentari (intorno ai 12 mila euro al mese) è circa il doppio dei colleghi inglesi, molto di più di quelli tedeschi e francesi e addirittura sei volte tanto quelli spagnoli. Proprio vero: il convento è povero ma i frati sono ricchi.

ANTONIO MASALA
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