J oe Biden ieri ha ricevuto il rapporto dell'intelligence sul delitto Khashoggi e ha subito troncato i rapporti col principe ereditario saudita bin Salman, che gli 007 chiamano in causa per l'atroce assassinio dell'esule che lo criticava sul “Washington Post”.

Ed è strano perché invece Renzi, che parla volentieri della sua affinità con Biden, i rapporti col principe li tiene eccome, tanto da essere volato in Arabia per fargli un'intervista celebrativa e proclamare che lì vede fiorire un nuovo Rinascimento.

A noi ignoranti, nell'immaginare il corpo del giornalista squartato con la motosega nel buio del consolato saudita a Istanbul e poi ricomposto alla rinfusa nei sacchi di plastica, veniva in mente più il cubismo che Raffaello. Ma Renzi è stato sindaco di Firenze e quindi ha certamente ragione lui. Forse il titolo di principe gli evoca le prodezze feroci di Cesare Borgia, che ispirò l'opera di Machiavelli. O magari Renzi trova rinascimentale la munificità che regna alla corte di Salman, dati i compensi che non smentisce di percepire per i suoi impegni arabi.

Certo, ora avrà l'imbarazzo di spiegarlo a Biden. Data la qualità dell'inglese che ha sfoggiato finora, forse a little help può servirgli: principe si dice “prince”, Arabia è uguale ma assassino si dice “killer”. Mentre vergogna è “shame”.

CELESTINO TABASSO
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