S i stima che l'inizio dell'avventura dell'uomo sia databile tra 1,8 e 1,3 milioni di anni fa. I nostri progenitori da allora iniziarono a costruire il mondo in cui adesso viviamo. Anni fa uno studente chiese all'antropologa americana Margaret Mead, scomparsa nel 1978, quale riteneva fosse il primo segno di civiltà in una cultura. La costruzione di armi rudimentali? Di ami per pescare? Di utensili di terracotta? Di macine per frantumare i semi e realizzare le prime, primordiali farine? Niente di tutto ciò. Margaret Mead disse che il primo segno di civiltà in una cultura antica era un femore rotto e poi guarito di un uomo. Spiegò che nel regno animale, se ti rompi una zampa, muori. Non puoi scappare dai predatori, non puoi procacciarti il cibo né l'acqua. Nessun animale - spiegò l'antropologa - sopravvive con una zampa rotta abbastanza a lungo perché l'osso si rinsaldi. Quel femore guarito è la prova che qualcuno si è preso cura del ferito, lo ha dissetato e nutrito, forse gli ha immobilizzato la gamba e lo ha portato in un luogo sicuro. Mead disse: «Aiutare qualcun altro nelle difficoltà è il punto preciso in cui la civiltà inizia. Noi siamo al nostro meglio quando serviamo gli altri. Essere civili è questo». Una lezione di solidarietà che ci arriva dalla notte dei tempi, eppure ancora attuale.

IVAN PAONE
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