O ra che anche il popolo di Rousseau gli ha detto di sì, Draghi ha contro soltanto FdI e Di Battista. Cioè l'opposizione che qualunque premier, e forse anche qualunque capocondomino, vorrebbe avere. Oggi come oggi, con lo spread che fa le fusa quando torni a casa e Bruxelles che è diventata un'amicona, anche se i Fratelli d'Italia dovessero dire che 2 più 2 fa 4, a Draghi basterà urlare: “Populisti, l'Europa ci guarda!”, e tutti gli daranno ragione assentendo gravemente (“Ci guarda, altroché…”). A quell'altro invece gli estrai davanti la radice quadrata di 9, gli bisbigli come si scrive soqquadro e lo mandi in choc culturale per un bimestre.

E quindi è chiaro che con un'opposizione così (oltre che con un curriculum così, una caratura internazionale così e slurp e slap), a Draghi più che la Costituzione sembra che i poteri glieli dia la Marvel.

Certo, ci sarebbe l'altro aspetto della faccenda: guarda con chi dovrà governare. E all'idea di Draghi che entra in un Consiglio dei ministri silenzioso come un saloon, e sotto lo sguardo di Di Maio fa roteare due congiuntivi e posa un logaritmo sul bancone, ti viene da mandare ancora una volta a quel paese i 5 Stelle. Disgraziati, certo che anziché quel superministero di cartone verde avreste potuto chiedere le riunioni di governo in streaming.

CELESTINO TABASSO
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