N ella storia recente è stato l'allestimento più bello e affascinante dell'anfiteatro romano di Cagliari. Per una decina di anni, fino al 2011, i cagliaritani ne sono andati fieri e si emozionavano al solo poterci mettere piede e assistere a uno spettacolo qualsiasi. Poi, le sue comode ed eleganti tribune per 4000 spettatori, con disprezzo definite legnaia, furono smontate per la gioia di ambientalisti e bastian contrari di varia estrazione preoccupati che, sotto le gradinate, le pietre affondate nel terreno da 2000 anni, potessero rovinarsi irrimediabilmente. Fu una sconfitta della politica che, cambiata l'aria, si schierò per lo smantellamento e il no della Soprintendenza ai beni archeologici a segnarne il futuro: dieci anni per riclassificarsi da legnaia a immondezzaio. Ogni tanto qualcuno toglie le erbacce ma di quella bellezza antica che così bene si era sposata con le moderne esigenze dello spettacolo, non si può godere niente. Ci sono stati velleitari tentativi di creare alternative come l'arena grandi eventi a Sant'Elia, ed altri apprezzabili come lo spazio esterno del Teatro Lirico ma privi del fascino di quella legnaia tanto disprezzata. Ora il sindaco Truzzu, che lo aveva promesso in campagna elettorale, prova a ridare al sito una veste teatrale. Speriamo che non ceda a troppi compromessi e che l'anfiteatro torni ad essere l'orgoglio della città. Come a Verona, a Taormina e nella spagnola Tarragona.

BEPI ANZIANI
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