S tefano Domenicali è uno dei più importanti manager italiani. Ha rilanciato la Ferrari e poi la Lamborghini, quindi ha lavorato per l'Audi, ora è l'amministratore delegato della Formula 1, il grande circo automobilistico con sede a Londra e quotato al Nasdaq di New York per la bellezza di otto miliardi di dollari. È un supermanager giovane (55 anni) e brillante, nato nella culla italiana dell'automobile, Imola, dove il profumo del Sangiovese e della piadina con lo squacquerone si confonde con l'odore dell'olio lubrificante e della benzina. L'ho sentito in un'incalzante intervista televisiva, nel finale della quale Domenicali ha fatto una garbata riflessione: «Mi piacerebbe che le cariche istituzionali del nostro Paese utilizzassero auto di rappresentanza italiane. Sarebbe un bella promozione per il nostro ingegno e le nostre capacità». Invece, Conte e le altre importanti cariche dello Stato viaggiano sull'ammiraglia della Volkswagen. È l'Europa bellezza. Infatti, ormai gli acquisti devono essere fatti con gare europee aperte a tutti. Quella italiana l'ha vinta la tedesca Volkswagen. Naturalmente, quella per l'auto del presidente francese Macron l'ha vinta la francese Citroën e quella per la vettura della cancelliera tedesca Merkel l'ha vinta la tedesca Audi. Coincidenze, naturalmente.

IVAN PAONE
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