T iffany Trump è la quartogenita di Donald, che probabilmente l'ha chiamata come una gioielleria per motivi fiscali. Secondo le testate che si occupano di gossip (cioè tutte) non è la preferita del papà, che le rimprovera di non avere il glamour della primogenita Ivanka e di essere anzi un po' imbranata.

Forse non ha tutti i torti, visto che Tiffany ha scelto di annunciare il fidanzamento col giovane libanese Michael Boulos proprio mercoledì, mentre il mondo si godeva la scena del padre che sloggia dalla Casa Bianca e sulla scaletta dell'Air Force One giura: «In qualche modo tornerò», come il cattivo di un film di cui si sta già scrivendo il seguito.

Per quanto il timing dell'annuncio non sia stato brillante, dedichiamo lo stesso una scintilla d'attenzione alla coppia e in particolare al povero Michael. Che povero non è, naturalmente, ma anzi è membro di una élite che vola tra Usa e Svizzera con la bella disinvoltura di chi ha un fracasso di dollari. Ma possiamo immaginare che cosa significhi per lui diventare genero del Donald, e diventarlo ora? Che cosa proverà quando ogni Natale gli piomberà addosso un vecchio colossale, prepotente e impeachone e gli dirà: «Vieni, ragazzo. Ti ho mai raccontato di quando truccarono il voto per rubarmi la vittoria?».

Sì, anche i ricchi piangono. Di noia.

CELESTINO TABASSO
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