Q uest'anno il Carnevale è arrivato in anticipo. Le mascherine d'ordinanza che coprivano le pudenda di molti politici sono cadute. Al loro posto le maschere di cartapesta degli arlecchini e dei pulcinella. Nonostante l'imperversare della pandemia sono cominciati i riti carnascialeschi di Montecitorio e Palazzo Madama. Anche sul Quirinale piovono coriandoli. A distrarci dalla variante inglese del virus è giunta la variante politica di Renzi. Il Matteo fiorentino ha allestito uno spettacolo pirotecnico d'effetto. La sua conferenza stampa ha illuminato di polvere pirica a colori le due aule parlamentari. Assistito dalle sue due girl dimissionarie, ha massacrato Conte leggendogli la vita insana e avventurosa dei suoi due anni da premier. Tutto condivisibile. E tutto vero. Ma quando ci si attendeva il lancio di una granata che avrebbe incenerito il rivale, ha offerto un Bacio Perugina avvolto nel tradizionale cartiglio. «Nessun veto su Conte», ha detto a mezza bocca. Come dire: non facciamo scherzi, meglio ancora lui, con Di Maio e gli altri saltimbanchi del circo Barnum, che le urne. Che per lui e il suo partitino sarebbero cinerarie. Ecco quindi i costruttori invocati da Mattarella. Chi se ne frega se costruiranno solo casini. Meglio alloggiare in una casa chiusa che tornare a casa.

TACITUS
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