« I l medico è stato estratto ormai cadavere dalle lamiere. Nessuna traccia dell'auto che ha centrato a velocità folle la sua utilitaria per poi dileguarsi. Da registrare resta solo il dolore per una tragedia evitabile: si sa che quella è una pessima strada e che in certe ore del fine settimana circolano molti ubriachi. A volte sarebbe molto più saggio starsene a casa».

«Il giovane è stato pestato davanti alla sinagoga. Massimo riserbo dagli inquirenti, ma viene spontaneo immaginare che se il ragazzo non avesse ostentato la kippah oggi forse non dovremmo dare conto di un altro raid antisemita».

«Un omone tranquillo, un gigante buono che salutava sempre, spesso stanco per il lavoro: così i vicini descrivono il tassista che ieri, in preda a un raptus, ha strozzato il vigile che lo aveva multato».

Se non ricordate cronache così è perché nessuno ha mai osato a scriverle, e meno male. Ma allora perché tanti falsi moralisti (e cialtroni veri) davanti a uno stupro o a un femminicidio si attardano ad analizzare l'imprudenza della vittima nel frequentare il tale ambiente, oppure il suo look, o simpatizzano con l'assassino che in quel momento non era più lui, poverino?

E non sai mai se sia più penoso condividere il genere maschile coi killer o la professione giornalistica con certi squallidoni.

CELESTINO TABASSO
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