C i sono i poteri e ci sono i soldi ma si combatte con esasperante lentezza e inefficacia. L'uomo non trova il tempo per rimediare agli errori che nel tempo hanno compromesso il territorio stringendo la natura in una morsa dalla quale periodicamente tenta di liberarsi portando lutti e disperazione. Mettere in sicurezza le nostre città, le nostre comunità non è meno importante della ricostruzione del Ponte Morandi e la volontà può far saltare molti ostacoli, spesso burocratici ma più spesso incomprensibili. I soldi per Olbia, ad esempio, ci sono dal 2015 ma a 7 anni da Cleopatra, bocciato il piano Mancini, ancora non si riesce a scegliere fra due progetti simili ma alternativi. I soldi ci sarebbero anche per Bitti e altri sono stati chiesti nell'ambito del recovery fund. Intanto si va avanti per palliativi, con piccole o grandi riparazioni che fanno da cerotto al problema di fondo. Dal 2014 le soluzioni sono affidate al commissario governativo per la mitigazione del rischio idrogeologico che la legge identifica col presidente della Regione, prima Pigliaru, ora Solinas, dai quali si sono forse levate voci troppo deboli per le orecchie di un governo tanto sordo. La colpa delle disgrazie non è solo di eventi eccezionali e del consumo abusivo del territorio ma anche di amministratori schiavi delle proprie indecisioni e, talvolta, di interessi poco comuni. Così, ogni nuvola nera ci fa tremare di paura.

BEPI ANZIANI
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