M i è stato chiesto che cosa io abbia inteso dire definendo “mezzo vergini” molti dei nostri parlamentari. Premesso che per me la loro onorabilità è sacra, confesso che mi sono lasciato trascinare dal piccante umorismo di Marcel Prevost. “Les demi-vierges”, che si concedono a pratiche erotiche senza perdere la verginità, ricordano, mutatis mutandis (locuzione ingenua e non allusiva), i propugnatori dell'antipolitica. Sono tanti e cavalcano l'onda della demagogia. Sono coloro che fanno politica sostenendone l'inutilità e disprezzandola, apostoli di una fede senza religione e di una religione senza fede. Conquistato il passaporto parlamentare in virtù della loro propagandata illibatezza politica, torme di antipolitici hanno invaso i santuari di Camera e Senato. Con l'intento di avvalorarsi hanno menato vanto della loro incompetenza e delle loro carriere minimali in discoteche e stadi; hanno insultato la grammatica e la sintassi per apparire umili. Il Parlamento è un serpente a sonagli che incanta e seduce offrendo opportunità di governo e di comando. Per continuare a apparire illibati gli antipolitici si sono comportati come le mezzo-vergini di Prevost: quelle, attratte dal piacere del sesso; questi, dalla libidine del potere. Con lo stesso obiettivo: fornicare sì, ma salvare l'imene.

TACITUS
© Riproduzione riservata