O ggi ci sono le elezioni americane e non sappiamo come andranno. Ed è naturale, le elezioni funzionano così (tranne che in Bielorussia e posti del genere).

È vero che i sondaggi sono univoci nel dare Biden in vantaggio, ma molte variabili possono ribaltare tutto. Per citarne una: i “trumpiani timidi”, che non dichiarano la preferenza perché temono il disprezzo del loro ambiente sociale e sfuggono ai sondaggi. Quante volte in Italia ci siamo chiesti come facesse la Dc a prevalere se a parole faceva schifo a tutti? E il Berlusconi del secondo tempo, che non convinceva eppure vinceva? Poi c'è il sistema elettorale Usa: puoi fare sfracelli a livello nazionale ma se prendi un voto in meno in Pennsylvania vai ko. E via così tra mille “ma se”, dalle incognite sul voto postale alle future battaglie legali. Domani (o quando diamine si saprà l'esito) leggeremo analisi che tirano in ballo il peso dei latinos, il virus e l'America profonda, e spiegano con un po' di sufficienza che non poteva che andare come è andata. Ma questo accadrà domani.

Oggi nessuno sa come andrà, anche se molti sanno già il perché. A pensarci, è la stessa situazione che viviamo con il Covid. Uno stress, non c'è dubbio, ma è il costo del biglietto che paga chi vive un momento storico.

Anche se non aveva mai chiesto di farlo.

CELESTINO TABASSO
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