C 'è rabbia, delusione, impotenza. Fame di pane e di libertà. In pochi mesi è cambiato tutto, purtroppo in peggio. Persino Filomena Deriu, che sul fronte medico aveva combattuto il primo assalto, fatica a capire il secondo: «Avevamo detto: quando finirà saremo migliori ma chissà se qualcuno ricorda la promessa fatta. Ora che la seconda ondata di Covid-19 è tornata con tutta la sua virulenza, sento cose inaudite, tutti virologi, tutti sapientoni. Poca solidarietà ed empatia. Neanche i medici in prima linea sono più eroi, nessuno canta dai balconi, siamo solo più egoisti e diffidenti. Rimaniamo umani». Se la situazione in primavera era grave, adesso è ancora molto seria. Ci ritroviamo addosso un altro peccato originale commesso ciarlando un'intera estate dell'immortalità dell'anima, inciampando tra i banchi con le rotelle concepiti nel sottobanco della politica, e caricando la mitraglia di Dpcm da sparare su Marte. La pena non sarà eterna come quella di Adamo, ma prepariamoci alla penitenza. Se avessero almeno riletto Tito Livio: “Mentre Roma discute, Sagunto è espugnata”, non ci saremmo ritrovati col Covid infinito e il popolo sfinito. Siamo passati dal “finirà tutto bene” al “finirà tutto a schifio”. Dagli amori esagerati di una dolce estate agli umori disperati di un amaro autunno.

ANTONIO MASALA
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