P er ritirare un pacco di spesa solidale all'Exmè di Pirri, si mettono in fila ogni giorno più persone di quanti siano gli abitanti del novanta per cento dei comuni sardi. Questa frase di Ugo Bressanello, animatore di Domus de Luna e di tante iniziative sociali, come appunto quella di distribuire viveri a chi non può comprarseli, mi ha impressionato. Anche in un tempo diverso come questo, non ci rendiamo conto di quanta gente il Covid abbia messo al tappeto. I nuovi poveri sono moltissimi e spesso abbandonano la loro vergogna per mettersi in fila per portare cibo a casa. Sono quelli che hanno perso un lavoro, camerieri, baristi, autisti, venditori ambulanti, babysitter, gente che si arrangiava come poteva e che ha sofferto e soffrirà più di tutti le restrizioni anti coronavirus. E insieme la vita si è fatta difficile anche per molti di quelli cui prestavano i loro servizi, i titolari di attività ridimensionate fino al fallimento. Ecco, quando dall'alto di un reddito sicuro ci rammarichiamo per le decisioni del Governo e i nostri figli si lamentano perché non potranno far tardi la sera rinunciando a qualche aperitivo o al cazzeggio di gruppo sui marciapiedi dei bar, pensiamo a questa gente. A chi veramente soffre. A quelli che fino a ieri servivano i nostri vizi e ora sono in coda all'Exmè o alla Caritas. Pensiamo alla differenza fra chi piange per un capriccio e chi per disperazione.

BEPI ANZIANI
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