C ollegi uninominali, preferenze, listini bloccati. Tutte le idee e le proposte per una nuova legge elettorale, logica conseguenza del risultato del referendum della scorsa settimana, si concentrano su come devono essere eletti i nuovi parlamentari. I partiti mostrano ancora di voler tenere assolutamente sotto controllo la scelta dei candidati e per questo il sistema delle preferenze riscuote meno consensi. Sullo sfondo resta il vero nocciolo della questione: varare una legge elettorale che ancora una volta non consenta di individuare con certezza il vincitore per dar vita così ai consueti balletti di alleanze post voto che spesso mortificano la volontà popolare o invece fare in modo che chi vince abbia modo di governare e gli altri si rassegnino all'opposizione. E c'è un altro problema che i più fanno finta di non vedere e riguarda la rappresentanza territoriale che, secondo i pochi che lo sollevano, deve essere riequilibrata. Perchè i tagli sul numero di deputati sanciti dal referendum porteranno a una drastica riduzione dei rappresentanti di regioni poco popolate e sarebbe quindi opportuno che un terzo dei parlamentari fosse equamente distribuito per regione e i restanti due terzi misurati sul numero degli abitanti. Può essere un antidoto anche per la Sardegna e non sarebbe male se i nostri rappresentanti lo condividessero. Prima di essere tagliati e non avere più voce.

BEPI ANZIANI
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