N ell'imminenza delle elezioni regionali Di Maio ha ammonito: non votate per Salvini e Meloni, la Ue potrebbe aversene a male. Non sapevamo che l'Europa, oggi incarnatasi nel dolce sembiante di Ursula von der Leyen, fosse così permalosa e dirigista. Che farebbe se gli italiani non le ubbidissero? Chiuderebbe i cordoni della borsa? Manderebbe, in luogo dei soldati che non ha, gli antisovranisti a presidiare il parlamento di Roma? Forse quella minaccia non è vera. Di Maio, che è guaglione spiritoso, ha scherzato. O forse il suo è soltanto un disperato messaggio elettorale rivolto alle truppe riottose della scollata maggioranza di governo. Ma se quell'avvertimento fosse vero allora questa Europa non è più casa nostra. Non è più il nostro fortino delle libertà; non è più nemmeno il santuario della civiltà occidentale avendo rinnegato le sue origini giudaico cristiane in nome di un malinteso laicismo. Crediamo di essere uccelli liberi, siamo invece in una voliera. Ora non possiamo più uscirne, fuori troveremmo la morte. Non abbiamo la forza reattiva del Regno Unito, che avvertendo sintomi di asfissia è fuggito dalla gabbia. Volevamo un'Europa del diritto e di Paesi sovrani, abbiamo contribuito a costruirne una dove i sovrani sono solo due e il diritto è storto.

TACITUS
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