L a notizia è ghiotta: Romano Prodi si allena. A 81 anni ha scalato in bicicletta i 2.750 metri dello Stelvio. Su quei tornanti si sono cimentati celebri scalatori del Giro d'Italia, le loro figure vi aleggiano ancora. Campioni del pedale che, come amichevoli fantasmi, hanno accompagnato il prode Romano lungo quel faticoso percorso. Un buon esercizio per tenersi in forma. È già cominciata infatti la gara, in verità poco sportiva, della scalata del Colle, quello per eccellenza, che i Romani fondatori dell'Urbe chiamarono Quirinalis. È alto soltanto 50,9 metri, ma raggiungerne la vetta è impresa ben più ardua che scavallare il passo dello Stelvio. Lui ci ha provato due volte, ma gli è mancato l'ossigeno nelle ultime curve a gomito. Ora, a parole, si tira fuori dalla competizione. Speriamo che sia vero e che a 81 anni non dica più bugie. Come quando, da capo del governo, ci fece pagare una odiosa tassa per l'Europa e truccò i conti per farci entrare nell'euro dal cambio assassino; come quando, con risata a fessura di salvadanaio, ci prese in giro con una sfottente promessa: «Con l'euro lavoreremo di meno guadagnando di più». Da quel momento tutto costò il doppio. Compresa la mortadella, cui si ispirarono i vignettisti per fargli la caricatura. Pedala Romano, pedala. Il Colle è un miraggio.

TACITUS
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