I l genio è fantasia, intuizione, decisione, rapidità. Aggiungo: eleganza e semplicità. L'architetto Renzo Piano che spiega alla ministra all'Istruzione, come la maestra al bambino delle elementari, che al posto dei banchi a rotelle - magari in plastica - forse (notate la leggerezza del dubitativo) meglio sarebbe far lavorare i diecimila falegnami italiani per costruire banchi in legno, è oltre il genio. Banchi, non pattini. Eh sì sì sembra facile ma, come l'omino coi baffi di “Carosello”, anche fare un caffè non è semplice se confondi la caffettiera con la pentola a pressione. Basta col “famolo strano”. La gente si ritrova e il progetto viene apprezzato solo se chiaro e veloce nell'attuazione. Immaginate invece per un momento se un burocrate avesse anticipato (improbabile, ma può capitare che un cieco trovi un ferro di cavallo) l'idea di Renzo Piano. Suonerebbe così: “Visto il regio decreto, la legge comunitaria, il disciplinare dei maestri d'ascia, udito il Gremio dei Falegnami di Oristano, sentita l'Anac, il Garante della privacy, la Forestale, l'Ambiente, la Sovrintendenza, il comitato degli artieri, si incarica mastro Geppetto di valutare la proposta del signor Renzo Piano, in atti generalizzato”. E qui, scusate, il vaffa grillino ci sta come il banco in legno sulle teste di legno.

ANTONIO MASALA
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