C on le ruote sgonfie. Sarà colpa dell'estate torrida, delle partite una dopo l'altra, della testa che non ce la fa a fabbricare motivazioni forti, dopo aver metabolizzato quota 40. Il Cagliari ha provato a domare un Lecce disperato, animato dalla grande voglia degli ex di fare bella figura all'Arena e da una classifica che non ha ancora emesso la terza condanna. Nella giornata più calda dell'anno, non era facile - Nandez a parte - diventare protagonisti, buttarla dentro e portare a casa la vittoria numero 11. Se poi ti viene a mancare Nainggolan dopo mezz'ora esatta (è umano anche lui) allora la salita diventa ripida e perfino piena di buche. Tappate, alla grande, da un portiere come Cragno, che nelle ultime partite sta letteralmente salvando il Cagliari. Se gli attaccanti sono in stand by, è il portiere - con una batteria di centrocampo invidiabile - a tenere in piedi una squadra che nelle prossime sei partite deve decidere cosa fare da grande. Sei partite per disegnare un finale diverso da quello che si profila, 180 minuti alla ricerca del Cagliari rivisto per qualche felice fotogramma anche nella strana seconda parte di campionato.

Ieri, dopo l'uscita del Ninja, i tentativi infruttuosi di Ragatzu di stupire, qualche falla nella difesa e le punte in giornata storta, abbiamo temuto per la beffa targata Farias. Sarebbe stata ancor più amara per i rossoblù. Mentre un punto consente a Zenga di tenere botta e di preparare con maggiore serenità la battaglia di mercoledì con la Samp a Genova. Sarà ancora più difficile, questo è sicuro. Quelle ruote vanno gonfiate al più presto.
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