M onsignor Viganò, un tale che in un ipotetico politburo della reazione starebbe in piedi finché non si libera un posto a destra di Bismarck, ha scritto alla Casa Bianca per chiarire che Trump è un figlio della luce. No, questo non spiega il color mattone delle guanciotte presidenziali: i figli della luce sono i buoni. Combattuti e odiati da quegli altri, i figli delle tenebre, tribù vasta che va dagli abortisti ai massoni, dai burocrati del Deep State ai gay passando, si presume, per gli interisti. Questi zozzoni, dopo aver organizzato a tavolino la pandemia per colpire Trump, ora cercano di fiaccarlo con le proteste per il caso Floyd.

Adesso un liberal - estenuato dai dubbi, dalla caccia alle sfumature e dalla complessità dell'analisi - potrebbe cadere nel contro-complottismo e chiedersi a chi giova un avversario così. Lo mandano le logge per caricaturare i cristiani tradizionalisti? L'Arcigay? Un arcivescovo bergogliano? Senonché è tutto più facile: costui si manda da sé, e lo chiarisce Trump che pubblica la lettera ringraziando commosso.

È vero, a volte in questo mondo vecchio, stanco e complicato è difficile capire qual è la parte giusta. Ma grazie al cielo almeno su quella sbagliata non ci possono essere dubbi. Grazie, mons, per averci ricordato in tre righe chi non siamo. Adesso torni pure alle crociate.

E magari uscendo spenga quella luce.

CELESTINO TABASSO
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