S iamo a Genova. Ci sono due algerini, uno di 20 anni e l'altro di 25, e in questa storiella sono i cattivi. Tanto è vero che decidono di rapinare un ecuadoriano, anche lui sulla ventina. Questo però come vittima predestinata lascia un po' a desiderare, e quando si vede aggredito chiama quattro amici suoi. Che sono cattivissimi, tanto che cominciano subito a pestare con entusiasmo gli algerini. Questi provano a far valere le proprie ragioni, anche con l'ausilio di una spranga di ferro, ma gli ecuadoriani sono motivati e alla fine gli algerini devono chiedere aiuto. A chi? Ai carabinieri: corrono alla caserma più vicina e si mettono a scampanellare come matti, solo che nel frattempo gli altri li hanno raggiunti e così quando il piantone apre la porta li trova che se le danno di santa ragione. Consapevole di trovarsi di fronte a un conflitto culturale inestricabile, il carabiniere irrora tutto il gruppo di spray al peperoncino. Poi chiama il 118 che ne ricovera un po', vuoi per le botte vuoi per lo spray.

Intanto con calma ne vengono denunciati tre, chi per un motivo e chi per un altro, e a breve affolleranno un'aula di tribunale con gran pascolo di direttissime, fogli di via platonici e condanne in primo grado e quindi non esecutive.

Dopo mesi di tragedia solenne e solidale, piano piano stiamo tornando alla normalità.

CELESTINO TABASSO
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