S tanno tornando, i nostri eroi. Li costringeremo a correre e sudare in piena estate, quando normalmente testa e cuore dei calciatori sono in ferie, per ricaricare motori maltrattati. Stanno tornando e c'è voluta l'arte diplomatica di un signore che si chiama Gabriele Gravina - all'interno l'intervista - per superare trappole, spintoni e pressioni politiche e riportare in campo un circo colossale ma fragilissimo, se ti avvicini al suo portafoglio. Signori, accomodatevi ma non allo stadio, che resterà sprangato causa virus. Ci sarà la tv a riportare la gente alla partita, in quello che è l'unico sport di squadra (su quindici) a tornare in campo. Il calcio riempirà le nostre notti estive fino a Ferragosto, ma l'atmosfera è quella di una grande forzatura, seppure condivisa anche dal Governo. La Serie A torna a giocare con i contagi in netto calo, ma uno sport di contatto, di sudorazione e di fluidi che volano, è ancora a rischio, se è vero che nel club ci sono ancora soggetti positivi. Non è chiaro (ieri è spuntato un algoritmo) cosa succederà se il torneo dovesse fermarsi, non è chiaro se si potrà vedere il calcio senza pagare, in piena tempesta legale fra le paytv e la Lega dei club. Intanto, tutti in campo. Poi vedremo.
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