I l Covid ci riporta all'infanzia, almeno per quanto riguarda il rapporto con l'autorità: siamo tornati mentalmente a quando serviva il permesso per qualunque cosa, fare i compiti con Tizio o andare a giocare da Caio. E giorno dopo giorno scopriamo che i grandi, come chiamavamo gli adulti, sono diversi l'uno dall'altro. C'è il babbo autoritario e nervosetto che spara divieti a raffica: è il modello De Luca, che governa i campani con pugno di ferro e ordinanze di titanio. C'è la mamma subdola, che ti lascerà andare a letto tardi come Franchino «quando avrai una pagella come la sua». E così sviluppi un'antipatia per Franchino e la sua pagella che tornerà utile da adulto, quando dovrai confrontarti con la Germania e il suo Pil. E poi ci sono i papà furbacchioni, quelli del «per me va bene ma chiedi anche a mamma», anche se gli si chiede di comprare un cavallo da tenere in terrazzo (e le mamme schiumano: «Furbo, vero? Così tu sei un santo e la strega sono sempre io...»). Magari la prossima ordinanza del presidente della Regione, per risparmiare tempo e non emanarla a mezzanotte, potrebbe constare di un unico articolo: una riga bianca dove ciascuno scrive quel che vuol fare, dalla riapertura del negozio alla lotta nel fango, e poi un solenne «Per me va bene. Però chiedi anche al sindaco».

CELESTINO TABASSO
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