A pprendiamo che il piano d'emergenza del governo c'era da tempo, ma non è stato divulgato perché comprendeva anche uno scenario così drammatico da spaventare i cittadini. Nel sentire questo, ovviamente i cittadini si sono spaventati: se tratti le persone come bambini, tenderanno a comportarsi come bambini.

E comunque, al di là dei piani paurosi, abbiamo visto cartelloni terrorizzanti appesi per le vie di Cagliari. Non da un situazionista: dal sindaco. Abbiamo visto agenti lavorare con paziente buonsenso, ma anche altri infliggere multe pesanti a un anziano che, dovendo scegliere se fare la spesa o stare con la moglie disabile, l'ha portata con sé. E poi lo sconcertante episodio sassarese di via La Malfa, sul quale l'opinione pubblica ha diritto di sentire spiegazioni, non minacce di querela. E i medici, mandati a lavorare inermi e minacciati di sanzioni se avessero parlato ai cronisti. Come se il problema non fosse che mancano i tamponi ma che un dottore lo fa notare. Come se la sanità fosse di chi la amministra e la serenità dei medici fosse un problema solo loro. Non serve pensare ai carri armati o alle fosse comuni: è già uno scenario estremo che ci abituiamo a queste cose. E che ce le teniamo anche domani, quando non ci sarà il virus. A proposito di domani: è 25 Aprile.

CELESTINO TABASSO
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