I l premier Antonio Conte, appena prima di Pasqua, ci ha dato la notizia che tutti attendevamo: le misure di contenimento proseguono. Gli ha fatto eco il governatore della Lombardia, la regione più martoriata d'Italia dal Covid-19: «Serve ancora più rigore». Ma ieri era un altro giorno, oggi Fontana rilancia: «Fase2 dal 4 maggio. Lavoro “spalmato” su sette giorni anziché su cinque». Zaia, governatore del Veneto, rilancia: «Riaprire o moriremo in attesa che il virus se ne vada». Intanto Conte non vuole saperne di ricorrere al Mes e il Pd lo bacchetta. Christian Solinas ci fa correre con la mascherina (in diminuzione i contagi, in aumento le morti per soffocamento), a Guasila la processione del venerdì santo fa tappa nelle case con tanto di bacio dei fedeli al crocifisso. In giro per l'Italia ogni governatore ha creato il suo comitato di esperti, ogni provincia ha la sua Unità di crisi, sindaci e amministratori vari comprano kit sierologici, nessuno dei quali è stato sinora considerato valido dall'Istituto superiore di sanità. E gli scienziati? Ecco la virologa Ilaria Capua: «Non dobbiamo inseguire il virus, stiamo sbagliando strada». L'Italia, compatta come un sol uomo, marcia verso la meta. Proprio sicuri che andrà tutto bene?

IVAN PAONE
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