C osa trasforma una delle migliori difese dell'anno in un gruppo di calciatori in confusione? Qual è lo strano fenomeno di mutazione che investe attaccanti di alto livello e che li fa diventare leggeri, impalpabili comprimari di 96 minuti da incubo? Lo stregone, il medico, l'analista, per il Cagliari andrebbero bene un po' tutti, ma per favore: nessun dramma. La squadra sonnecchia, ogni tanto batte un colpo, è innegabile che stia precipitando verso un anonimato che non piace a nessuno. Ma è stabilmente al sesto posto, 33 gol realizzati contro 29 subiti in 19 partite, mica in fondo alla Serie A.

I rossoblù sono (anche) all'ultimo posto nella speciale classifica delle ultime cinque gare, dopo aver guidato il girone d'andata in quasi tutte le voci, fino a questa impensabile fine del 2019. E inizio 2020, l'anno del primo secolo, del ritorno di Gigi Riva, della maglia bianca, rossa e blu collocata sulla statua di Carlo Felice di Savoia. Sovrano nato e morto a Torino, ma venerato - anche oggi, più che mai - come simbolo indiscutibile della cagliaritanità che si ritrova nel pallone.

Insomma, fra simboli da ridiscutere e un gruppo da riportare in vita, un segnale buono c'è: a Capodanno i rossoblù quasi tutti insieme, mentre dopo il Milan, una decina fra loro riuniti nello stesso tavolo del ristorante dove amano ritrovarsi. I senatori, soprattutto. Un gruppo che è solido e che - sicuramente - saprà tirarsi fuori da questo brutto momento. Avanti tutta, a Brescia ci aspettano con l'abito buono.
© Riproduzione riservata