S ì, fa male perdere un paio di posizioni. Sembra un affronto, qualcosa di ingiusto, dentro un gioco così affascinante come il calcio: una squadra che vince, diverte e appassiona, frena e scivola un po' più giù.

Pur costruendo un sacco di palle gol, di occasioni anche gigantesche (Faragò lunedì scorso, Simeone sabato pomeriggio) ma senza raccogliere un punto. Succede, in questo gioco chiamato campionato, ma nessuno deve piangere adesso, dopo aver gonfiato il petto un po' troppo presto, magari sentendosi già sull'aereo per Madrid o Barcellona per le serate di Champions League. Se Roma e Atalanta hanno superato, per una domenica, il Cagliari, è la dura legge del gol, un normale e consentito passaggio a vuoto in un torneo dove i valori trovano il posto giusto, prima o poi.

Il tifoso del Cagliari deve essere fiero di una squadra che ha vinto a Bergamo, dove ieri l'Atalanta ha giocato una delle più belle partite di calcio di questo secolo. Lo stesso tifoso rossoblù non dimentichi che il Cagliari ha messo paura alla Roma, ha costruito almeno quattro occasioni d'oro con la Lazio (in vantaggio di un gol). Il “suo” Cagliari sta giocando - in sintesi - una stagione memorabile. E non siamo neanche arrivati a metà cammino.

Godiamoci e “difendiamo” il sesto posto, festeggiando con i rossoblù un Natale finalmente fra le prime in classifica. Il Cagliari era una sorpresa, ora è una delle più belle realtà della Serie A. Sì, ora fa male, ma sarà più piacevole rialzarsi, dopo due cadute.
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