I l doping è uno dei mali (non l'unico) dello sport mondiale. Ricorderete gli strali di Zeman contro “la farmacia” nel calcio, alludendo alla spropositata crescita muscolare di diversi giocatori della Juventus. In tempi andati ci è cascato anche il grande Merckx, il ciclista così forte da essere soprannominato “il cannibale”. Quando poi sconfiniamo in discipline come il body building, beh, il doping è la norma. Arnold Schwarzenegger, culturista, attore e infine governatore della California, dopo essere scampato a un attacco cardiaco ammise che i suoi problemi erano probabilmente dovuti all'uso di steroidi anabolizzanti per aumentare la massa muscolare. Altri casi clamorosi (e controversi) quelli di Pantani e Schwazer, quelli più curiosi dei giocatori di bridge dopati per aumentare la soglia di attenzione e pescare le carte giuste. L'ultimo, clamoroso episodio, la squalifica per quattro anni inflitta dall'Agenzia mondiale antidoping (Wada) alla Russia. Mosca, quindi, non potrà partecipare alle Olimpiadi di Tokyo 2020 e ai Giochi invernali di Pechino 2022. Una decisione che ha suscitato clamore ma non sorpresa. In un Paese dove Al Bano, Pupo e Toto Cutugno hanno tanto successo, qualcosa dovevano pur prendere per ascoltarli.

IVAN PAONE
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