G li occhi che brillano, la testa al portafoglio. Sta nascendo il nuovo Cagliari e il presidente, nel blitz di questo week end a Peio, fa i conti. Con la cifra da investire ma anche con le aspirazioni di un club e di un ambiente al quale - inutile negarlo - comincia a stare stretta questa corsa verso la benedetta salvezza. Non sembri un'utopia: in questi giorni, nonostante la pioggia di fango e minacce piovute sul cronista colpevole, secondo una larga fetta di internauti, di aver leso la maestà del tifoso, è emerso invece un amore folle, senza limiti, passione che ha portato le orde di leoni da tastiera a condannare Barella per la sua scelta e sparare su Giulini per non aver fatto decollare la campagna di rafforzamento. «Il Cagliari e basta», un'altra dimostrazione di forza che si vede solo in poche piazze. Una sorta di innamoramento da prima liceo che deve rappresentare una spinta per la società: ecco perché gli arrivi di Rog e - quasi certamente - di Nandez sono un segnale di intesa, aspettando un tipo tosto che faccia coppia con Pavoletti o che possa essere una sua alternativa.

Si rema tutti verso la stessa parte, seppure con mezzi e argomentazioni differenti. In questa città, ma sarebbe meglio dire in questa Isola, la fusione tra squadra e cuore, tra colori e passione sportiva, viscerale, sono unici. Difficile - magari all'estero - respirare la stessa aria. E pazienza se l'opinione contraria finisce al rogo, sarà il campo a dare i voti. Il calciomercato è un periodo straordinario della stagione, c'è chi lo vive come se non ci fosse un domani. Anche quelli sono tifosi, il Cagliari è un patrimonio di tutti.
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