C 'è molta curiosità per capire se la nuova Giunta regionale a trazione sardoleghista potrà essere autrice, o meno, di un quinquennio di efficace e proficuo lavoro per ridare all'Isola ripresa economica e crescita sociale, in modo da liberarla dalla lunga stasi che l'ha fortemente debilitata e retrocessa fra le regioni di coda d'Europa. Questo perché hanno stupito le molte difficoltà incontrate dal Governatore Christian Solinas nel riuscire a completarne la composizione, per via delle contrastanti aspirazioni e dei manifesti malpancismi della sua disorganica coalizione.

C'è anche in giro - ed è opportuno farne cenno - una certa preoccupazione per via di alcune estemporanee dichiarazioni rese da taluni dei neo-assessori che, con un approccio un po' sgangherato alle emergenze in atto, hanno lasciato dei seri dubbi sulle loro effettive competenze e capacità. Anche perché, a somiglianza di alcuni dei loro partner nel governo nazionale, hanno abbracciato quel che un politologo francese d'inizio '900 avrebbe definito “il culto dell'incompetenza”. Perché, a suo dire, l'essere privi di particolari eccellenze personali o scolastiche, sia un utile passe-partout per essere più vicini alle passioni ed alle esigenze di quella folla indistinta dei loro elettori che avrebbero chiamato, per comodità, popolo.

Certo, occorrerà attendere almeno i primi cento giorni di governo (come è consuetudine) per esprimere un giudizio meglio ponderato e meno intuitivo su queste défaillances della Giunta. (...)

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