I l 14 gennaio del 1999 il grande pianista russo Vladimir Ashkenazy si esibì al Teatro Lirico di Cagliari insieme alla Czech philharmonic orchestra in un concerto che è rimasto impresso nella mente di quasi tutti coloro che hanno avuto la fortuna di parteciparvi. In programma il Concerto per pianoforte e orchestra in re minore di Mozart e, di Antonín Dvorák, la sinfonia “Dal nuovo mondo”, che lo stesso Ashkenazy avrebbe impeccabilmente diretto.

“Vladimir Ashkenazy ha una figura minuta e una gran testa di capelli bianchi. Ben poco, nel suo aspetto di oggi, ricorda quelle foto di diciottenne che spiccavano nei suoi primi dischi, insistendo ammiccanti alla somiglianza con Chopin”, scrisse Greca Piras. Due giorni più tardi rese conto di quel grande evento su questo giornale, raccontando di suoni perlati e lucenti e della nuvola di emozioni che magicamente avvolse il nostro teatro, ipnotizzando il pubblico e regalando a ciascuno il raro occorrere del batticuore.

Poco prima che Ashkenazy entrasse in scena, la giornalista Maria Paola Masala ebbe la fortuna di trascorrere con lui un po' di tempo. Riferì del suo garbo, della sua ironia, della sua argentina bianca a collo alto sotto il frac. E anche del fatto che fischiettasse serenamente. Telecamere, macchine fotografiche: la stampa era avida del Maestro, che indossava i guanti per proteggere le mani dagli sbalzi di temperatura.

Li avrebbe levati soltanto poco prima di entrare in scena e regalare ai cagliaritani quella grande musica che di rado, nel corso della vita, si ha la fortuna di ascoltare.

A premiare Vladimir Ashkenazy e la Czech philharmonic orchestra esplose in platea un'ovazione spontanea e liberatoria: suscitata dall'enfasi di una sinfonia - quella “Dal nuovo mondo” - che, con le sue sonorità grandiose, scosse il pubblico isolano ponendolo davanti alla bellezza assoluta e istituendo un nuovo metro di paragone per tutte le emozioni future.
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