C agliari. Estate 1990. La città è euforica per i campionati mondiali di calcio che, presto, raggiungeranno lo stadio Sant'Elia. Molti bambini sfoggiano con orgoglio sulle loro magliette colorate la spillina ufficiale che raffigura un calciatore stilizzato. Ne esistono di tutti i materiali: perfino d'argento e d'oro.

«Pesa di più un chilo d'oro o un chilo di piume»?, chiede lo Zio Vinicio a suo nipote.

«Un chilo di oro»!, risponde impulsivamente il bambino, sbagliandosi. Un chilo è un chilo: e non importa che materiale lo componga!

«Un chillo d'oro occupa certo meno spazio di un chilo di piume: ma pesa lo stesso tanto», precisa lo zio Vinicio che sa sempre un sacco di cose.

E aggiunge: «Ma non dobbiamo dimenticare che perfino il peso di una piuma può essere determinante».

Il ragazzino aggrotta le sopracciglia: «Come può essere determinante una cosa piccola come una piuma»?

Lo zio Vinicio non tarda a risolvere quel dubbio.

«Hai presente quegli omoni che, alle olimpiadi, sollevano pesi per centinaia di chili»?

«Sì, certo. Li ho visti alla televisione. Si cospargono sempre le mani di talco prima di cominciare».

«Ecco: prova ad aggiungere una piuma sul bilanciere dell'atleta che ha raggiunto il suo limite. Non sarà più in grado di sostenerne il peso. E crollerà».

«Per una piuma»?

«Per una piuma»!, conferma lo zio Vinicio. E aggiunge: «Conviene sempre tenersi a distanza di sicurezza dai propri limiti. Altrimenti si rischia di crollare. Per una piuma, appunto. Per un nonnulla. È la famosa goccia che fa traboccare il vaso».

«Quindi vale anche per la vita», chiede il ragazzino.

«Eccome! Esaurimenti nervosi, matrimoni e amicizie che finiscono… Il più delle volte non c'è una ragione plateale, ma, più semplicemente, si è superato il limite: e, in un istante, tutto va in frantumi».
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