C o' sta pioggia e co' sto vento chi è che bussa al mio convento?

Una domanda legittima che, nei secoli, ha provocato apprensione tutte le volte in cui il batacchio del portone veniva azionato da mani impazienti facendo risuonare la sua eco perentoria negli androni dei palazzi.

Per paura dei malintenzionati, allora, ci si affacciava alla finestra nel tentativo di riconoscere la fisionomia dell'inatteso visitatore.

“Chi è?”, si strillava, inaugurando una conversazione destinata alla totale assenza di privacy. Capitava anche a Cagliari, tanto nelle stradine di Castello quanto in quelle della Marina.

Il citofono - teorizzato da Leonardo Da Vinci in un astruso sistema di tubi in rame - divenne comodità di lusso soltanto nel 1950 e, da quel giorno, non ha mai smesso di evolversi.

In viale Merello, a Cagliari - alla fine degli anni settanta - c'era già chi poteva sfoggiare nel proprio appartamento la cinematografica comodità del videocitofono.

Oggi non serve essere ricchi per acquistare un dispositivo che - attraverso smartphone e tablet - permette di interagire a distanza con chiunque bussi a casa propria.

“C'è una raccomandata per Deiana” - dice il postino.

Il signor Deiana, comodamente adagiato su un'amaca, risponde: “Sono alle Mauritius, ritorno lunedì”.

Per i più paranoici esiste perfino una versione con sensori di movimento. “La sicurezza domestica non è mai stata così facile: riceverai avvisi istantanei e sarai sempre il primo a sapere quando qualcuno mette piede sulla tua proprietà” - recita lo slogan dell'ingegnoso aggeggio.

Fosse anche un cane randagio, l'infallibile citofono ne rileverà il movimento mandando una notifica istantanea e raggiungendo - magari nel cuore della notte - coloro che, a migliaia di chilometri di distanza, cercavano finalmente un po' di pace.
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