I vo, il divo. Così i suoi ammiratori chiamano il pianista Ivo Pogorelich, nato a Belgrado nell'autunno del 1958 e protagonista - a Cagliari - di un memorabile recital avvenuto al Teatro Lirico di Cagliari il 7 aprile del 1994. In programma Quadri di un'esposizione di Modest Mussorgskij e Quattro scherzi di Chopin.

«Quest'uomo è un genio!» esclamò indignata Marta Argerich quando, nel 1980, a Varsavia, il ventiduenne Pogorelich venne escluso dalle finali del Premio Chopin: un riconoscimento talmente prestigioso che, in quasi un secolo di storia, è assegnato appena sedici volte.

Quella controversa esecuzione si può trovare su Youtube, in un video che si avvia a collezionare mezzo milione di visualizzazioni. Online, invece, non c'è traccia del recital cagliaritano affidato, ormai, alla memoria di pochi spettatori.

«Tanto è bravo quanto è bello» dicevano nel foyer le signore, ancora impellicciate nonostante il recente inizio della primavera, mentre i loro mariti - un po' invidiosi - s'infastidivano nel constatare quanto madre natura fosse stata generosa con Pogorelich: offrendogli fascino e talento a larghe mani.

Durante l'intervallo - dopo che migliaia di note perfettamente eseguite evocarono La Capanna di Baba Yaga, Il mercato di Limoges e La grande porta di Kiev - gli invidiosi e le malelingue si scatenarono riferendo dicerie sfrenate sulla vita di quel pianista discusso e chiacchierato. Ad altri parve che Pogorelich non fosse di buon umore: che fosse stanco, provato, affaticato.

Al termine del concerto una donna lo attese davanti all'uscita degli artisti, in via Sant'Alenixedda, e gli porse la mano per complimentarsi. Ivo Pogorelich rifiutò di stringergliela spiegando che un pianista doveva tutelare le sue mani in ogni circostanza. Poi, in silenzio, le autografò il programma di sala nello spazio bianco sotto l'immagine che magnificamente lo ritraeva in bianco e nero.
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