"Cara Unione,

sono una delle centinaia di persone che avevano un intervento programmato in ortopedia all'ospedale Brotzu, per una protesi al ginocchio.

Aspetto, con pazienza, da un anno e mezzo consapevole di tutti i problemi legati al Covid.

Molti diranno 'protesi al ginocchio' non è certo un'urgenza. È vero, di questo non si muore, come si usa dire, ma si vive con il dolore costante e continuo giorno e notte.

Se poi si associa, come nel mio caso, alla malattia di Parkinson, si arriva quasi a non camminare più, perché un anno e mezzo potendosi muovere poco e male e per questo non riuscire a fare riabilitazione, per chi ha questa malattia vuol dire non essere più autonoma.

Speranze di arrivare ad essere operata? Poche, quasi nulle.

Ora mi piacerebbe sapere da chi e in base a che criterio è stata presa la decisione di chiudere reparti di ortopedia di altri ospedali, caricando il Brotzu delle urgenze, dimenticando anzi "ignorando" le centinaia di persone che aspettano un intervento ormai programmato da mesi, ognuno con una sua problematica personale.

Cosa dobbiamo fare per farci sentire? Forse incatenarci davanti alla regione o riniziare a fare i 'viaggi della speranza' e andare fuori Sardegna per farci operare?

Spero sinceramente di non dover arrivare a tutto ciò, vorrei che tutto si risolvesse al più presto e non sentirmi dire più dire 'operare? non so se e quando', percependo tutto il dispiacere, la tristezza e l'impotenza di chi è costretto, suo malgrado, a dare queste risposte.

Credo che sia arrivato il momento che, chi di dovere, si metta una mano sulla coscienza e risolva questa situazione che non è certo un problema solo mio, ma di centinaia e centinaia di persone.

L.R.M. - Portoscuso

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