"Cara Unione,

nella giornata di venerdì scorso ho portato mia madre, di 74 anni e cardiopatica, a fare il vaccino anti Covid-19.

Mia madre soffre di cardiopatia ischemica (ha un pregresso by-pass arto coronarico), soffre di ipertensione arteriosa, endoarteriectomia carotidea, ed ha una stenosi ica sinistra per la quale è in attesa di intervento. Ha anche altre importanti patologie, non è autosufficiente causa gravi disabilità incorse con il tempo.

Secondo il medico che doveva effettuare l'anamnesi previa vaccinazione, una giovane neolaureata come da lei stessa confermato, mia madre era da ritenersi in salute e pertanto poteva sottoporsi a vaccinazione AstraZeneca. Al mio chiedere il vaccino a mRNA viste le patologie pregresse e in atto, il medico ha ribadito che mia madre non era da considerarsi appartenente alle categorie fragili aventi diritto al vaccino a mRNA (Pfizer e Moderna).

Ora, stando alle linee guide AIFA e a quelle del Ministero della Salute, il vaccino AstraZeneca non è adatto, e dunque è sconsigliato, per le persone con patologie cardiocircolatorie. Al mio ribattere ribadendo le linee guida, è stato detto che non vi era disponibilità di vaccini Pfizer, cosa non vera perché gli anziani erano in fila per averlo in un padiglione adiacente al quale si poteva accedere solo se il medico facente l'anamnesi avesse certificato l'appartenenza alla categoria a rischio per il vaccino AstraZeneca.

Avendo fatto notare la cosa sono stata quindi allontanata, assieme a mia madre, in quanto stavamo disturbando.

Tutto questo è riprovevole. Mi chiedo in che mani siamo? Chi controlla che questi medici stiano facendo la cosa giusta?

Chi li istruisce per essere pronti a riconoscere casi e patologie a rischio?

Chi ci risarcisce delle morti da vaccini sbagliati come in questo caso sarebbe potuto accadere se io fossi stata una sprovveduta e non avessi letto, da cittadina comune, le linee guida nazionali e i bugiardi dei vaccini inviatici previa vaccinazione?

Grazie dell'attenzione".

M.R.T.

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