"L'Asinara va protetta, non saccheggiata"
Una lettrice ricorda che "in paradiso si entra in punta di piedi, non con gli zoccoli""Cara Unione,
inorridisco davanti alla possibilità che l'Asinara diventi terra di nessuno: una follia! Un crimine di cui si pentiranno dopo che centinaia di incauti disinformati e ignoranti, scesi dai trenini e da autobus senza alcuna informazione, avranno calpestato la terra che per decenni è stata custodita con estrema attenzione. Non è "colpa" dei turisti, per quanto sarebbe meglio visitare l'Asinara sapendo che non puoi andare dove vuoi, che solo alcune spiagge sono accessibili agli umani e altre totalmente interdette e che non sei furbo se riesci a raggiungerle ma sei un irresponsabile che va punito, che solo alcuni sentieri sono praticabili, che ci sono animali liberi e tu stai occupando il loro spazio e sei solo un ospite, che non ci sono fontanelle né bar, che all'Asinara non vai per fare il bagno.
Già adesso orde di viandanti vagano con ombrellone e borse frigo sotto un caldo assurdo convinti di trovare il chiosco con i gelati alla curva successiva, affittano le biciclette convinti di essere sulla ciclabile ombreggiata e non sanno che un cinghiale non ama le bici, così come gli asinelli sono probabilmente stufi di sentire i commenti sulle loro condizioni di salute da parte di chi nemmeno conosce il motivo per cui sono bianchi
L'Asinara va protetta non saccheggiata.
In questi casi l'unica soluzione è il numero chiuso. Proteggere, non devastare. Chi decide è responsabile di questa follia esattamente come chi non la contrasta.
In paradiso si entra in punta di piedi, non con gli zoccoli.
Questo è uno di quei casi in cui non ci si può non chiedere se chi decide sa di cosa stia parlando. Inaccettabile".
Fabiola Mucelli
***
Potete inviare le vostre lettere, segnalazioni e contenuti multimediali a redazioneweb@unionesarda.it specificando il vostro nome e cognome e un riferimento telefonico. Nell'oggetto dell'email chiediamo di inserire la dicitura #CaraUnione.
(La redazione si limita a dar voce ai cittadini che esprimono opinioni, denunciano disservizi o anomalie e non necessariamente ne condivide il contenuto)