Unionesarda.it ha scelto di mettersi a disposizione di tutte le donne che desiderano raccontare, nella doverosa tutela dell'anonimato, le proprie storie di violenza.

Qui di seguito pubblichiamo, quindi, un nuovo racconto. Con l'invito, che facciamo nostro dall'autrice di questa e della precedente lettera, a denunciare sempre e comunque, perché "ogni spazio oscurato della propria vita, si può riprendere in mano". E perché, come recitava la recente campagna lanciata in Parlamento e sostenuta anche dalla nostra testata, "Non è normale che tutto ciò sia normale".

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"Cara Unione,

mi piacerebbe poter raccontare di un corteggiatore romantico, di un corteggiatore forse di un'altra epoca.

Confesso, anzi, che all'inizio la cosa mi faceva quasi sorridere, come quando ho trovato i primi fiori appoggiati alla finestra.

Pensavo a qualcuno che avesse sbagliato, poi la cosa è diventata sempre più insistente: fiori, regali a casa, al lavoro, dove svolgo lo sport. E ancora lettere, biglietti e scritte sui muri.

Ho iniziato ad avere paura a tal punto di pensare di dover ricorrere ad una denuncia contro ignoti, vivendo allo stesso tempo nell'incubo di poter restare uccisa per un rifiuto.

Io non ho idea di chi possa essere questa persona, e non so nemmeno se è qualcuno che io conosca personalmente e se questo suo modus operandi sia dovuto alla sua timidezza o a un suo modo di dover restare anonimo per chissà quale motivo.

Certo è che tutto ciò mi provoca un'angoscia continua, che non mi abbandona mai, e che mi fa temere anche solo di far tardi la sera per un'uscita con le amiche.

E non è normale , credo, che dopo un post pubblico sul mio profilo Facebook mi sia vista recapitare a casa un profumo, un bouquet da sposa, e un proiettile già consegnato al mio legale per le dovute querele da svolgere.

Alle donne, però, dico: denunciate sempre, io non mi arrendo e non dovete farlo nemmeno voi".

Lettera firmata - Cagliari
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