"Cara Unione,

'Un bel pomeriggio al mare' potrebbe sembrare il titolo di un romanzo intrigante da leggere piacevolmente sotto l’ombrellone, invece no, è stato il mio sogno, il mio desiderio di un giorno.

Dopo una giornata trascorsa al lavoro, nel pomeriggio decido di andare al mare, felice di poter trascorrere qualche oretta sotto il sole e poter respirare il profumo dell’acqua. Arrivo alla spiaggia del Poetto, mi distendo nel lettino, chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi un po’.

Il mio sogno viene bruscamente interrotto da un improvviso suono assordante e un ritmo martellante e incessante inizia a rimbombare nelle mie orecchie. Anche il profumo del mare va via via svanendo lasciando timidamente il posto a uno sfacciato, prepotente e invadente odore acre che ha pervaso in pochi istanti tutta l’aria.

Stordita e infastidita, mi soffermo ad osservare che succede intorno a me.

Vedo tante persone che vanno su e giù per la spiaggia a vendere delle casse che sprigionano una fortissima musica che, a chiamarla così, farebbe inorridire chi la vera musica l’ha creata. Vedo tanti giovani che le acquistano e noto che quasi ogni gruppo ne possiede una. Ognuno sembra voler fare a gara a chi raggiunge il volume più alto. I rumori echeggiano, l’uno copre quello dell’altro sovrastando i suoni soavi dell’ambiente naturale. Penso per un attimo di aver sbagliato luogo, di essere finita per errore in un locale da ballo, invece no, sono proprio al mare!

Vedo tantissime persone avvolte da una nuvola di fumo. Sconcertata, noto anche tanti giovani e giovanissimi, forse anche minorenni che, con una certa disinvoltura, preparano e fumano gli spinelli incuranti del fatto che esiste una legge che lo vieta e insensibili al fatto che, forse, ai vicini d’ombrellone non interessi poi così tanto sballarsi e intossicarsi!

E molti, dopo aver fumato, lasciano incivilmente le cicche di sigaretta su quei bellissimi granellini di sabbia, ormai non più bianchi come un tempo, inconsci del fatto che siano dei rifiuti tossici per l’ambiente che poi impiegano anni a decomporsi.

Vedo diverse persone che vanno avanti e indietro con una borsa frigo a vendere birre e vedo tanti giovanissimi che le acquistano e riacquistano lasciando incuranti i tappi e le bottiglie sulla sabbia.

Provando una gran delusione nel vedere ridotto in quello stato quello splendido regalo della natura, piego il mio lettino, infilo le infradito e decido di andare via, buttando via quel libro che poi così intrigante non è stato!".

Alex

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