"Cara Unione,

come tanti sardi che si sono trasferiti sul continente (da oltre 40 anni), spesso e volentieri, soprattutto da quando ho finalmente raggiunto l'agognato traguardo della pensione, ritorno nell'Isola per passare qualche giorno con la mia famiglia, orgogliosamente composta da 12 tra fratelli e sorelle insieme a una cinquantina tra nipoti e figli dei nipoti.

Quando posso e ho del tempo, mi reco in Sardegna con la nave, perché la sua 'lentezza' mi concede sempre l'esperienza del viaggio e nel contempo mi consente di spostarmi con l'auto senza dipendere dai parenti.

Nessuna lamentela sui viaggi, anche perché il servizio offerto dalle compagnie di navigazione è migliorato notevolmente negli anni. Ma, da qualche tempo, c'é qualche nota stonata nei porti sardi sia all'arrivo che alla partenza: forse perché ho una vecchia automobile (una normalissima Dacia Sandero), o per chissà quale altra misteriosa ragione considerato che non li vedo mai controllare i SUV da centomila euro con facce patibolari a bordo, vengo regolarmente fermato dagli agenti della società di security o dalla Guardia di Finanza che oltre al controllo dei documenti e dell'auto (niente da eccepire su questo che è il loro lavoro), mi sottopongono ad un vero e proprio interrogatorio con domande tipo: 'Da dove viene? Dove va in Sardegna? Perché ci viene?'.

L'ultima volta, esattamente allo sbarco a Porto Torres il 13 maggio, é stata la peggiore perché un giovane finanziere con i gradi da appuntato (o forse brigadiere?) mi ha chiesto anche di mostrargli il biglietto di ritorno, per quanto tempo avevo intenzione di fermarmi, il percorso che avevo intenzione di fare, e, per chiudere in bellezza, se avevo precedenti penali.

Inutile aggiungere quanto mi sia sentito mortificato e umiliato per essere stato trattato come un delinquente!

Durante la mia lunga carriera lavorativa, terminata con successo in una multinazionale in cui ricoprivo il ruolo di Sales Manager a livello internazionale, ho viaggiato in tutto il mondo, e mai, dico mai, sono stato sottoposto ad un simile trattamento.

Spostandomi in auto per lavoro, mi é capitato tante volte d'essere fermato per i normali controlli su strada predisposti delle forze dell'ordine che mi hanno sempre trattato con la loro proverbiale alta professionalità e buona educazione senza mai chiedermi perché mi spostavo dalla Lombardia al Piemonte, piuttosto che dal Veneto alle Marche. Semplicemente, presumo, perché queste regioni fanno parte della Repubblica italiana, Sardegna compresa, in cui ogni cittadino può liberamente circolare e fermarsi quanto tempo gli pare e piace.

Oppure non è così?

Distinti saluti".

Stefano Ariu - Garbagnate Milanese (MI)

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