"Cara Unione,

ho letto con interesse l'editoriale del direttore Emanuele Dessì, che saluto cordialmente, "Se i libri di storia ignorano la Sardegna". In sintesi, la civiltà nuragica ed i corollari che ruotano attorno ad essa, dovrebbero costituire parte integrante dei testi scolastici italiani.

Ringrazio il maestro Antonio Pilia che, nel caseggiato di Cagliari "A. Riva", ci illustrava, quanto la nostra età permetteva, struttura ed ipotesi su cosa rappresentassero i nuraghi. Altresì, il professor Teodoro Mandis che fece altrettanto nel triennio della media inferiore in via Eleonora d'Arborea. Lodevoli iniziative personali, fuori da programmi e contesti ministeriali, perché la storia a livello nazionale deve spaziare, più che su zone regionali specifiche, su fenomeni che abbiano interessato vastissimi comprensori territoriali. L'esempio degli Etruschi potrebbe risultare eloquente.

Vediamo di entrare nel vivo della questione facendo alcune premesse: la storia, dopo la geografia, sta sempre più perdendo di importanza nelle scuole. È notizia di qualche mese fa che il ministro dell'Istruzione abbia abolito, fra i temi proposti negli esami di maturità, quello riguardante la Storia. Macroscopica ingiustizia che gli intellettuali hanno evidenziato, ma passata nel dimenticatoio del disinteresse generale. Non si può programmare il futuro ignorando il passato.

Passiamo al realismo accertato dai 'numeri', inflessibili giudici, e dimentichiamo il romanticismo alla Giovanni Berchet, ormai estintosi in un'Italia impregnata di qualunquismo e ignoranza.

Tutti abbiamo letto nei principali quotidiani un qualcosa di scontato: "I ragazzi italiani al conseguimento della licenza media non sanno leggere, scrivere e fare di conto". Una mediocrità da far spavento, con discrete eccezioni solo nel Nord del paese. Sorprendente? No, scontato. Da anni le classifiche mondiali Ocse-Pisa lo evidenziano, inesorabili. Cosa fare, quali provvedimenti adottare per fronteggiare tale realtà? In questo quadro subentra la questione in esame: ci riteniamo immeritatamente esclusi dalla Civiltà Nuragica assente dai testi nazionali?

Il direttore Dessì si faccia promotore, presso le Case Editrici più note, di tale presunta ingiustizia. Rappresenta il quotidiano più importante dell'Isola, ha voce in capitolo.

A seguire: da tempo si vorrebbe (pur sapendo che i nostri ragazzi "non sanno scrivere in italiano") che le nostre parlate sarde vengano insegnate nelle scuole. Mia replica e riflessione: siamo sicuri che in questa Italia senza uno straccio di Unità Nazionale, dove ogni regione va per suo conto, dove la nostra bandiera fino a pochi anni fa, da parte del partito del signor Salvini, fosse considerata alla stregua della carta igienica, possano interessare i Nuraghi ed i Pozzi Sacri di un'Isola fuori dai commerci ed interessi internazionali? Quanti docenti italiani sarebbero disposti a studiarla ed esporla? Ancora più problematica la questione "lingua": in quali ore curriculari, visto che oggi si vorrebbe l'insegnamento obbligatorio dell'Educazione Civica, introdurre le parlate sarde? Chi sarebbero i docenti preposti, quale metodologia si seguirebbe per il reclutamento, quale titolo di studio bisognerebbe possedere, ma sopratutto: quale Ente dovrebbe elargire gli stipendi?

Il vero dramma delle scuole italiane è la profonda ed inaudita ignoranza che ruota attorno alla "storia contemporanea": vero e proprio oggetto misterioso completamente sconosciuto alla grande maggioranza degli studenti che raggiungono la maturità. È là che bisognerebbe agire, e con prontezza.

Internet ha creato la globalizzazione, allargato gli orizzonti, superato le barriere, originato i viaggi a basso costo da un continente all'altro, ma i giovani che affrontano il loro 'domani' non conoscono gli avvenimenti succedutisi dopo gli anni Quaranta del secolo scorso. In Italia abbiamo avuto una dittatura spregevole chiamata Fascismo, e la maggior parte ne ignora fatti e conseguenze. Se ai presunti 'nostalgici' del Ventennio chiedi ragguagli sulla più malefica vergogna di quel periodo, che fu la rovinosa politica estera, non sanno rispondere perché incapaci. Ma Internet ha aperto anche armadi chiusi da decenni e fatto vedere documenti ufficiali dell'epoca. Molti luoghi comuni del regime cadono come neve al sole. Sulla Rete è presente, fra altre riguardanti la storia, "Mussolini: sesso, soldi, segreti". La corruzione fra tutti i gerarchi come o peggiore di quella odierna.

Per ultimo: senza presunzione, lasciate anche a noi sardi 'signori nessuno' residenti all'estero, che in silenzio, senza fare rumore ma con costanza amiamo l'Isola molto più di tanti che vi risiedono, il compito di propagandarla anche mettendo soldi dalle nostre tasche. È un piacere. I "Nuraghi" sono da noi ben rappresentati. Il sottoscritto da anni, inoltre, è impegnato nei Cineforum, a proiettare pellicole aventi per tema la Sardegna. L'ultima in ordine di tempo, fra tante, l'eccezionale film di Salvatore Mereu "Bellas mariposas" che ha ottenuto uno scrosciare di applausi. Si studi la storia recente: i tempi attuali lo esigono. Saluti".

Mario Sconamila - Finlandia

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