"Gentile redazione,

la Camera ha abolito le sanzioni previste per gli alunni della scuola primaria contemplate in un Regio Decreto del 1928. La 'commutazione di pena' per i cattivi alunni è stata compensata dalla reintroduzione della materia di educazione civica.

Un 'peso', o meglio, un palliativo, che l'esercito di bulletti che spadroneggia nelle scuole di ogni ordine e grado riuscirà sicuramente a superare senza che lo spirito di prevaricazione verso i compagni venga a meno.

Tuttavia, il governo non ha toccato un altro punto caldo della scuola: l'incompetenza e l'inadeguatezza all'insegnamento di non pochi insegnanti. I dati del Ministero dell'Istruzione sottolineano che su 800.000 insegnanti in servizio, ogni anno poco più di 2.000 sono sottoposti a indagini e procedimento. Per 29 di loro si arriva al licenziamento, mentre 746 ottengono l'archiviazione. Ciò dimostra che gli insegnati della Scuola Pubblica sono una casta intoccabile che andrebbe finalmente toccata! In Italia da tempo la scuola non è più vissuta come una comunità educante ma un luogo dove i genitori sono interpellati solo per riparare infissi e pavimenti o per partecipare a riunioni dove tutto è già stato deciso. È giunto il tempo che il governo gialloverde celebri il funerale degli organi collegiali ove partecipano i consigli di classe, d'interclasse e d'istituto e si dia spazio a forme di reale partecipazione in cui i genitori abbiano maggiore voce in capitolo. Solo attraverso questa nuova strada si potrà ricreare quel rapporto di fiducia tra scuola e famiglia che oggi è logorato".

Gianni Toffali - Verona

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