"Gentile redazione,

mi trovo a scrivere per evidenziare, ancora una volta, la situazione presente all'interno dei traghetti sui quali siamo costretti a viaggiare per poter raggiungere la Sardegna.

Sono una nativa sarda, da anni oramai residente nella penisola, e il giorno 22 dicembre scorso mi sono imbarcata da Civitavecchia, direzione Cagliari, con mio marito e le mie due figlie in tenera età, sulla Moby Dada, ignara delle condizioni nelle quali verte questo mezzo.

Purtroppo da subito mi sono resa conto che nella mia cabina, come in un'ampia area della nave, non era in funzione l'impianto di areazione, il quale, a detta del personale di bordo sarebbe stato attivato all'accensione dei motori, ma ciò non è avvenuto, e la giustificazione è stata di un guasto allo stesso.

In poco tempo l'aria era oramai diventata irrespirabile ed a seguito di più reclami ci è stata concessa un'altra cabina, dapprima una doppia, sebbene noi eravamo in quattro persone, poi finalmente una quadrupla, contestandoci però il fatto che avevamo prenotato una interna, mentre erano costretti a sostituirla con una dotata di oblò.

Benché in questa nuova sistemazione avevamo il ricambio di aria, in compenso non erano funzionanti i servizi igienici, oltre a quelli nei corridoi di alcuni ponti. Il disagio è stato sicuramente importante e soprattutto per le mie figlie.

Vorrei inoltre render noto che più volte si è attivato il sistema di allarme con chiusura delle porte tagliafuoco, ma il personale non mi ha fornito alcuna spiegazione valida, trattandomi con superficialità, generandomi così un forte stato di ansia che mi ha accompagnata durante tutto il viaggio.

Inutile dire che la nave è giunta a destinazione con grande ritardo senza averne alcuna giustificazione, in quanto a mia specifica domanda sull'orario di arrivo ho avuto diversi orari da diversi addetti della nave. Poiché questo è solo l'ultimo dei numerosi esempi di inconvenienti e disagi da me subìti in circa un decennio di viaggi, mi chiedo quanti anni dovranno ancora passare per non dover viaggiare più in condizioni al limite della decenza, quali disorganizzazione, sudiciume, totale mancanza di assistenza, per poter giungere nella mia terra nativa.

Un cordiale saluto".

Barbara Ibba

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