"Gentile redazione,

l'eco della prima guerra mondiale mi è giunto nella più tenera età. Nei racconti di un vecchio bisnonno, che testimoniava con profonda mestizia e commozione una tragedia immane, descrivendo episodi di estremo coraggio o anche di codardia, sentimenti di dolore fisico e morale.

La guerra, principalmente di frontiera, aveva per lo più interessato l'arco alpino, tramutando lo splendore delle montagne in uno scenario spettrale, cupo e doloroso.

La superba bellezza dei nostri luoghi veniva ferita e umiliata dall'insensatezza dell'uomo. Negli occhi del mio bisnonno rileggevo l'amore per la vita e il futuro di allora brutalmente spazzati via dagli orrori del fronte, dove amici e parenti andavano a morire, falcidiati dal fuoco nemico.

Quei racconti, non li ho più dimenticati.

E sono oggi lieto di vedere, anche a Cagliari, un continuo fiorire di iniziative dedicate ai tragici ricordi di quegli anni, che mai più devono essere dimenticati o trascurati dietro la facciata di un'innegabile vittoria.

Si ritiene oggi che la Grande Guerra, dopo la disfatta di Caporetto e la successiva riscossa di Vittorio Veneto, coincida con la nascita di una rinnovata e autentica identità nazionale, nella consapevolezza del sentimento di patria che la morte di tanti innocenti ha consolidato. Sarà davvero così?

Grazie davvero a chi oggi profonde impegno, studi e passione per dare forza alla memoria, per non lasciar cadere nell'oblio il sacrificio dei nostri nonni.

Perché questa ferita del Paese resti da monito anche e soprattutto ai più giovani, un invito a riflettere per un domani migliore".

Antonio Cabras - Cagliari

***

Potete inviare le vostre lettere e segnalazioni a redazioneweb@unionesarda.it specificando il vostro nome e cognome e un riferimento telefonico. Nell'oggetto dell'email chiediamo di inserire la dicitura #CaraUnione.

(La redazione si limita a dar voce ai cittadini che denunciano disservizi o anomalie e non necessariamente ne condivide il contenuto)
© Riproduzione riservata