" Gentile Redazione

vi scrivo da genitore perché i recenti tragici omicidi dei giovanissimi Desirée e Manuel, figli in qualche modo di tutti noi sardi, non possono e non devono passare solo quali terribili fatti di cronaca ma in quanto tale presto da macinare e presto da sostituire con della nuova! No, non può essere così!

Non può essere che tutto ciò avvenga senza una vera e profonda indignazione di tutte le persone che intendono vivere la vita civilmente e onestamente e soprattutto assicurarla ai propri bambini, ragazzi e giovani in questa Sardegna, in questa Italia degli anni 2000. Le fiaccolate già sono un segnale ma non basta di certo!

Non solo è orribile e ripugnante quanto successo a questi due poveri ragazzi ma non è tollerabile che non scatti una riflessione che scavi da cima a fondo questa società. Ci si fermi ad analizzare cosa realmente successo, l'estrema gravità di quanto avvenuto, a tutti i livelli.

La Giustizia farà il proprio corso prima possibile come già sta facendo, ma prima possibile e a fondo, nell'esame della realtà che vive attualmente la nostra gioventù, devono andare anche tutti gli adulti.

Non è sufficiente pensare solo a deficit di servizi, spazi e scuola. Serve sacrificio, vicinanza, amore per i bambini, i ragazzi, i giovani, per la loro religiosità e dunque per il loro futuro! Si, questo sta mancando, e se i modelli che i nostri giovani hanno più a portata di mano, perché gli adulti lo permettono o addirittura lo incentivano, sono diventati solo droga (tanto è lecita..), sballo e consumismo, altre parole come lavoro, sacrificio e senso religioso (di qualunque origine sia) lentamente non faranno più parte dei valori fondamentali della nostra società condannandola a inesorabile declino.

Spero ardentemente che l'urgenza di una profonda riflessione possa dar voce ai diritti violati di questi due poveri ragazzi che salendo in tutti i piani della società, indistintamente, possa dare inizio ad un vero riscatto.

Grazie per l'attenzione".

M.P. - Cagliari

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