"Gentile redazione,

il 16 ottobre del 1943 cadeva di sabato.

Una triste coincidenza per gli ebrei, che quel giorno erano di riposo e festeggiavano la festa del Succot. Una data che le SS scelsero, di proposito, a Roma per i loro rastrellamenti: i militari nazisti erano infatti sicuri di trovare tutti in casa.

La Gestapo piombò nei vicoli del Portico d'Ottavia e tra le 5 e le 14 rastrellò migliaia di romani di fede ebraica. Oltre all'ex Ghetto non furono risparmiati nemmeno gli altri quartieri della Capitale: da Trastevere a Testaccio, da Monteverde alla Salaria. Furono 1259 le persone, tra cui 207 bambini, trasportate forzatamente nel Collegio militare per poi essere deportate, dopo un estenuante viaggio di cinque giorni senza cibo e acqua, ad Auschwitz.

Con la fine della guerra dal campo di concentramento polacco tornarono a casa soltanto 16 persone, 15 uomini ed una sola donna. Nessun bambino.

Una data che, dopo 75 anni, rappresenta ancora una ferita aperta nella memoria collettiva del nostro Paese".

Andrea Congiu - Cagliari

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