Pubblichiamo oggi la riflessione di un lettore sull'imperante democrazia via web, e sulle conseguenze - a suo dire pericolose - cui potrebbe portare.

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"Gentile redazione,

leggo sbalordito le cronache di questi giorni. Gli annunci a furor di popolo dei politicanti di turno e le successive e rocambolesche retromarce, le accuse e i processi fatti sulle pubbliche piazze prima che nelle aule dei tribunali.

Credo che i processi debbano essere condotti da giudici a tal scopo preparati e nominati e non da mestieranti della politica, usi ed abusi a crocifiggere gli altri, e a seminare odio nel Paese.

Vorrei ricordare a tale proposito due casi : il periodo del terrore della Rivoluzione Francese voluto da Robespierre, la 'rivoluzione culturale' delle guardie rosse. Finirono nel sangue, lasciandosi dietro una scia di massacri, rovine e desolazioni.

Siamo arrivati al punto che, forti dei propri seguaci virtuali – un esempio su tutti il citatissimo #iostoconsalvini sciorinato dal nostro vicepremier come esempio dell'amplissimo consenso di cui gode - si vorrebbe imporre il primato della politica sulla giustizia.

Ricordo che ci fu già chi, in passato, nel nostro Paese lo volle, e ancora oggi ne paghiamo le conseguenze.

È questa la democrazia che vogliamo? È questo il cambiamento che farà del bene al Paese?

Cordialmente".

Iginio Vargiu - Nuoro

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